Il paese di Elva è formato da una trentina di borgate ognuna delle quali ha degli aspetti che vale la pena di vedere; non solo per la loro rilevanza architettonica, ma perchè ogni casa, che sia abitata o abbandonata, ha una sua storia ed ogni dettaglio rimanda a tempi lontani e alla vita di chi ci è vissuto. Tutte le borgate sono raggiungili in auto o tramite gli antichi sentieri che sono illustrati su un cartellone affisso al muro dell’edificio municipale. Vi darò qui di seguito qualche informazione su ogni borgata, con la speranza che, il resto che di bello c’è da vedere, possiate scoprirlo voi…
Scopriamo le borgate!
- Serre: situata a 1637 m.s.l.m., anche per la sua posizione strategica è da sempre il capoluogo e posto di incontro dell’intera comunità elvese. Qui si trovano la Chiesa Parrocchiale dedicata a S.S. Maria Vergine Assunta (il cui campanile è visibile da tutte le borgate), il Municipio, l’ufficio postale ed un tempo anche la scuola, la gabella del sale e tabacco, alcune botteghe e osterie.
Martini: composta da grandi case ancora in buone condizioni, è una delle borgate più vicine al capoluogo; la sua felice e soleggiata posizione e l’abbondanza di acqua permettevano l’intensa coltivazione delle distese di prati che la circondano.
- Baudini: così chiamata per la prevalenza del cognome Baudino tra i suoi frazionisti, offre una vista stupenda sia verso il Colle delle Cavalline che verso il monte Pelvo.
- Grangette: composta inizialmente da piccole case per pastori divenne poi stabilmente abitata. Su una casa cintata sono riportati due affreschi del 1863 firmati “Giuseppe Gauteri fratello di tre cavalieri”.
- Villar: permette una vista strategica su tutto il paese. Qui abitava una famiglia Dao i cui componenti ricoprirono cariche di rilievo nella vita del paese (podestà, sindaci, medici, segretari e notai).
- Reynaud: qui si trova l’antichissima cappella dedicata a S. Bernardo che pare sia stata la prima parrocchia di Elva e dove, ancora oggi, l’ultima domenica di agosto si celebra la messa. Fino agli anni Settanta c’era anche una osteria e una piccola bottega gestita da due coniugi chiamati “Lumbard e Pulino”.
- Clari: insieme alle due borgate che seguono è chiamata anche “Traverse” ed è situata in una zona aspra che un tempo costringeva i frazionisti a spostarsi lontano per coltivare i campi e far pascolare le greggi.
- Rossenchie: tra le case di questa borgata si può notare un fienile costruito con la tecnica “Blockbau” cioè composto da tronchi sovrapposti al posto della muratura anche come struttura portante.
- Dao: così chiamata per la prevalenza del cognome Dao tra i suoi frazionisti vide nascere la prima osteria con alloggio per i forestieri di Elva; una seconda aprì al Serre nel 1842.
- Grange Garneri: situata a 1810 m.s.l.m. è la borgata più lontana dal capoluogo e custodisce,
contro il muro di una casa, un antico pozzo medioevale in cui tutt’ora c’è acqua. I muri delle case riportano parecchi affreschi tra cui uno, datato 1929, che nonostante il tempo e le interperie ha mantenuto l’intensità originale dei colori. Grange Laurenti: qui si trovava una delle 4 scuole presenti nel paese di Elva. Al centro della borgata c’è la cappella dedicata a S. Claudio e S. Chiaffredo che fu costruita dai calvinisti ai tempi delle persecuzioni e fu convertita, in seguito, in cappella cristiana. A testimonianza di ciò resta l’inscrizione riportata sull’antica campana fatta costruire a Montpellier nel 1644. La storia vuole che ogni qualvolta l’addensarsi delle nubi minacciava le messi dei campi, il suono della campana disperdeva la tempesta e salvava il raccolto. La campana torna a suonare la prima domenica di settembre con la celebrazione della messa in onore di S. Chiaffredo.
- Grange Viani: situata a 1815 m.s.l.m. è la borgata più alta. Qui, in una casa ormai distrutta, si trovava un antico portale medioevale tipico delle costruzioni signorili della Valle Maria e nello stesso edificio, fino ai primi anni Sessanta, c’era pure una osteria!
- Castes: situata in posizione nascosta rispetto al capoluogo e circondata da alberi secolari, era un tempo luogo di passaggio per chi raggiungeva le borgate di Grange dove si dovevano recare ogni mattina anche i bambini di questa frazione per raggiungere la scuola. Accanto alla borgata scorre un fiume che andava ad alimentare le pale di tre mulini.
- Chiosso Superiore: posta in una zona pianeggiante e soleggiata è “protetta” dai fitti alberi del bosco Tavanet. Nella bella stagione un sentiero permette di raggiungere San Michele di Prazzo, frazione con la quale dal 1487 al 1754 si scatenò un’accesa lite riguardante i confini.
Chiosso Beltrandi: per la sua posizione è detta anche Chiosso di mezzo e “accoglie” tra le sue case l’ antica cappella dedicata alla B.V. dei sette dolori e a S. Anna dove, ancora oggi, la penultima domenica di luglio viene celebrata la messa in onore della Santa.
- Chiosso Sottano: qui funzionò per molto tempo un telaio a mano per la creazione di lunghe pezze di lana detti “drap” utilizzati per fare vestiti, coperte, mantelle ecc… Ai piedi di questa borgata si trova il mulino dell’Alberg che, grazie al suo buon carico di acqua, lavorava per quasi tutta la popolazione elvese.
- Baletti: composta da poche case, è attraversata da un sentiero che permette il collegamento delle borgate di Chiosso con quelle delle Grange.
- Molini Allioni: è attraversata da un fragoroso torrente che un tempo alimentava un mulino per macinare le biade e la canapa. Qui c’era una scuola che raccoglieva anche i bambini delle borgate di Chiosso, Brione e Lischia e la cappella dedicata alla Madonna Consolata dove si celebra la messa la terza domenica di luglio.
- Molini Abelli: in questa borgata c’era una officina per la lavorazione del ferro gestita dalla famiglia Garnero e un telaio per la lavorazione della canapa. Qui c’era anche la Congregazione di Carità che dava dei sussidi ai poveri.
- Molini Giordana: era situata sopra la borgata Allioni sul sentiero che conduce alla frazione Reynaud; oggi è completamente crollata.
- Brione: è circondata di prati e orti che, grazie alla posizione soleggiata e al clima mite permettevano la crescita di alberi da frutto e la coltivazione del grano. Il problema della scarsità d’acqua era stato risolto grazie alla costruzione di una bealera che prendeva l’acqua dal torrente di Chiosso. Al centro della borgata si trova la cappella dedicata a S. Sebastiano e al nome di Maria in onore del quale si celebra la messa il secondo sabato di settembre.
Lischia: posta al di sotto di Brione è la prima borgata di Elva che si incontra salendo il Vallone e attraverso il quale è collegata tramite una strada scoscesa. Nei pressi del fiume si trova un antico mulino con due macine messe in movimento da due turbine a pale orizzontali e ad asse verticale, realizzate in legno.
- Morelli: formata da grandi case tipiche di Elva, si trova lungo la strada che dal capoluogo conduce alla borgata Goria.
- Goria Abelli: è la prima borgata del complesso di Goria che si incontra arrivando dal Serre.
- Goria Superiore: formata da numerose costruzioni è circondata da una immensa distesa di prati raggiungibili grazie ad una strada pavimentata in pietre dritte “calatà” che conduce fino al cosiddetto Cugn di Goria.
- Goria di Mezzo: situata a 1768 m.s.l.m., accoglie la cappella dedicata a S. Giacomo e a S. Pietro che oggi purtroppo versa in cattive condizioni.
- Goria Ugo: è la borgata più vistosa della conca elvese e come tutto il complesso di Goria gode di una felice e soleggiata posizione. Anche qui, fino agli anni Settanta, c’era un’osteria.
- Isaia: si trova sotto il complesso di Goria ma non è visibile dal capoluogo; è raggiungibile attraverso la borgata Mattalia.
Mattalia: è situata ai piedi della cresta che discende dal cantone di Goria, e da qui passa l’antica mulattiera che conduce al Colle San Giovanni e alla cappella rotonda dedicata al Santo dove, a fine giugno, viene celebrata la messa. Questo sentiero era la via primaria di Elva per raggiungere il comune di Stroppo.
- Comba: è formata da una sola casa che gode di una splendida vista sulla Chiesa Parrocchiale e sul Pelvo.
La bella e triste poesia di Piero Raina è purtroppo diventata realtà; per ogni casa che viene ristrutturata, altre sono destinate a cadere… perché le fatiche e i sacrifici fatti dagli avi per costruirle sono ormai echi lontani che, nel distratto mondo di oggi, non vogliamo più sentire nè ricordare.
Per chi ama questi posti c’è una sola consolazione: almeno qui ad Elva a rimetterci non è la natura ma l’uomo, perché la maggior parte delle costruzioni, cadendo, non lascerà scheletri di cemento come succede in altri paesi di montagna, ma solo mucchi di pietre che la natura, pian piano, farà di nuovo sue…